Eventi – Torchiara di portone in portone – Torchiara (13/08/2018)
Ancora una volta, ci ritroviamo a chiacchierare insieme circa un altro meraviglioso borgo cilentano, che, in questo particolare frangente, decide di aprirsi completamente a noi in tutto il suo autentico splendore, regalandoci non soltanto dei preziosi momenti di svago, ma anche di formazione circa quanto avvenisse quando ancora i ritmi della vita erano scanditi dall’alterarsi delle stagioni e del giorno con la notte, ospitando, nei suoi portoni numerosi fra utensili e ammennicoli che hanno accompagnato la vita dei rurali locali nel corso del secolo appena trascorso.
– TORCHIARA: UNA BREVE STORIA PRATICA –
Torchiara è uno splendido borgo della Baronia Cilentana con alle spalle una storia davvero entusiasmante e ‘movimentata’: pensate che nel XIX secolo, un gruppo di rivoltosi insorse per porre fine allo strapotere esercitato dai piccoli, medi e grandi monarchi della nostra penisola. Tale iniziativa però, guidata da Gian Battista Riccio e dai fratelli Carlo e AngeloPavone, era già votata al fallimento ancor prima di poter costituire un vero e proprio grattacapo per le teste coronate di questo nostro stivale: difatti, nel 1848, una nave venne allestita perché potesse condurre, ad Agropoli, un battaglione che avrebbe “messo a governo il circondario di Torchiara”, considerata come ‘covo dell’insurrezione‘, sedando definitivamente quella rivolta che mosse i suoi primi passi dalla taverna di Sant’Antuono.
Torchiara poi, con l’introduzione del codice napoleonico del 1807, che divise il Regno delle due Sicilie in ben dieci provincie suddivise in distretti e circondari, nel 1811 venne eletta capoluogo del distretto del Vallo di Diano per la sua centralità territoriale. E inoltre, dal 1860 al 1927 fu fatta capoluogo di mandamento appartenente al circondario di Vallo della Lucania.
– IL NOSTRO ARRIVO A TORCHIARA –
Siam giunti a Torchiara intorno alle 20:00, posteggiando la nostra auto nell’area parcheggio adiacente al pittoresco ristoranteTerramia, costeggiato dalla lunga scalinata di via G.B. Riccio che conduce a Piazza La Torre, dove prende inizio il corso principale del borgo, Via del Salvatore, che ospita edifici tipici dell’architettura rurale cilentana, risalenti al XVII-XVIII secolo, oltre che numerosi luoghi di culto risalenti addirittura al XII secolo, come, appunto, la Chiesa del SS. Salvatore.
Ci imbattiamo subitamente nel primo portone, il Portone Volpe, che ospita al suo interno due splendidi esemplari di Fiat 500 e di Moto GuzziAstore 500 del 1950, dove apprendiamo anche che è possibile dare il proprio voto ad ogni portone, con una scala che va da 1 a 10: alla fine della manifestazione il portone che avrà ricevuto i voti migliori sarà insignito di un premio che verrà a sua volta consegnato al proprietario del portone vincitore.
Al Portone Volpe è seguito poi il Portone Donna Silvia Pavone, all’interno del quale il piccolo Enrico ci mostra quali fossero gli intrattenimenti dei giovani ancestoritorchiaresi, come il celeberrimo “strummolo“, una trottola in legno, con puntale generalmente in ottone, azionata da una lunga corda avvolta intorno ad essa; piuttosto che il gioco “mazza epivizi“, tanto popolare quanto il fucile a molla, un traliccio in legno modellato a guisa di fucile su cui viene fissata ed estesa una fettuccinaelastica che schizza via quando lasciata libera dalla pressione di un cane improvvisato sul dorso di questo.
L’ultimo dei portoni da noi visitato, prima di fermarci a gustare le leccornie offerte nel corso di questa particolare e suggestiva kermesse, è il Portone Cucco, al cui interno, la gentilissima Fortunata ci illustra numerosi strumenti e apparecchi che costituivano il corredo della quotidianità torchiarese dell’ultimo secolo: macchineda scrivere, radio, televisori, macchinefotografiche, mangianastri, biciclette, tricicli e molti altri oggetti interessanti esornavano le pareti e i banchi di questo immenso e fresco atrio su cui apriva il Portone Cucco…
… che, a nostro avviso, rimane il portone più bello da noi visitato, unitamente a quello di Palazzo Pavone, di cui parleremo più avanti.
Ancora meravigliati dall’aver potuto toccare con mano questi arnesi appartenenti ad epoche che a noi possono sembrare davvero molto lontane, ma che in realtà han da poco salutato il nuovo millennio e accolto, con esso, anche un brusco cambiamento dei ritmi della vita, da cui purtroppo non esulano neanche questi borghi che sembra non abbiano mai voluto totalmente adeguarsi ai tumulti epilettici pretesi da questo tempo, torniamo sulla Via del Salvatore a rifocillare i nostri lombi dell’aria fresca e leggera ch’è consuetudine si sollevi in quegli istanti appena precedenti il vespro, soffermandoci su una meravigliosa vista della baia di Agropoli.
E ancora cercando con gli occhi la cassa dove poter acquistare i ticket da barattare con quelle prelibatezze di cui parleremo proprio qui di seguito.
– IL NOSTRO PASTO TORCHIARESE –
Finalmente scorgiamo la cassa, dove, oltre ai ticket – non nominali, ma cumulativi – era possibile anche acquistare un calendario, per l’anno2019, con i migliori scorci di Torchiara, descritti attraverso gli occhi della storia del borgo. Le pietanze offerte dall’evento sono le seguenti:
Lagane e ceci : € 4,00
Cavatelli al sugo: € 4,00
Panino salsiccia e broccoli: € 4,00
Pizza fritta : € 2,00
Ciambotta di verdure: € 3,00
Vino e percoche: € 2,00
Pizza Cilentana: €2,00
Zeppola doce: € 2,00
Acqua 1/2 litro: € 1,00
Bicchiere di vino: € 1,00
Coca-Cola: € 2,00
Dolci tipici cilentani: € 1,00 cad.
Neanche a dirlo, la nostra prima sosta è stata presso il chioschetto in cui era distribuito il vino con le percoche:
Davvero, se non vi è ancora capitato di provarlo, fatelo, anche se al caldo del vostro focolare domestico.
Proseguendo ancora per Via del Salvatore, incontriamo portoni non ancora aperti, come il Portone del Gallo, al cui interno, come avremmo poi scoperto in un secondo momento, è stata allestita una camerada letto per come si presentava agli inizi del secolo scorso:
Giungiamo presto verso la postazione in cui era possibile scambiare i propri ticket con degli squisiti tranci di pizza cilentana: come non indulgere, ancora una volta, in questo fragrante lievitato che ha scaldato i nostri cuori, e i nostri stomaci, sin dal primo assaggio nel corso della Festa dell’antica pizza cilentana di Giungano
La straordinaria pizza cilentana nelle sue due declinazioni principali: pomodoro e cacioricotta e fiori di zucca e cacioricotta.
Dopo aver gustato, a piccoli morsi, i nostri tranci di pizza cilentana, ci muoviamo nuovamente, questa volta, verso la Chiesa del SS. Salvatore, un edificio piuttosto sobrio, sebbene comunque risalente al 1100, con all’interno dei particolari che valgono assolutamente la visita, come, ad esempio, la Tavola, del 1557, attribuita a Marco Pino da Siena.
Proprio accanto alla Chiesa, era stato allestito un banco con su esposti tutti i dolci tipici della tradizione culinaria cilentana, come il pan di spagna con zucchero nasprato (albume, zucchero a velo, sambuca), torta cioccolato e menta, struffoli, ciambella marmorizzata e calzoncelli ripieni di cioccolato o marmellata.
Vi anticipiamo subito che la nostra scelta sarebbe poi ricaduta sui calzoncelli e sul pan di spagna, ma prima, abbiamo gustato un sontuoso tegamino di cavatelli al sugo:
Una volta consumato il nostro lauto banchetto, ci concediamo del tempo per osservare i prodotti esposti da alcuni stand di manifatturieraartigianale, alcuni di essi davvero di particolare bellezza.
– IL PORTONE DI PALAZZO PAVONE E FRANCESCO PAOLO MESSANO –
Muovendoci nuovamente ancora per Via del Salvatore, satolli di cibo e sensi di colpa, sopraggiungiamo verso un ‘portone’ piuttosto diverso da quelli incontrati sino ad ora, in quanto foriero di un’esperienza interattiva davvero unica nel suo genere: quello della casa del poeta cilentano Francesco Paolo Messano.
Su di una piccola veranda erano stati posizionati dei banchi su cui erano poggiati una macchina da scrivere, una Olivetti Studio 44, macchina semi-standard progettata da Marcello Nizzoli nel 1952, e numerosi fra articoli di giornale, targhe di riconoscimento e coppe di cui si insignì il poeta quando, ancora in vita, raccontava della villereccia sobrietà del cotidianovivere nel circondario Dianense del dopoguerra, con quel piglio proprio dell’uomo sopraffatto dall’amore per la sua terra e la sua gente, di una portata tale da riuscire a trasmetterlo, a distanza di anni, a chi, come noi, decide di ascoltarne le parole, portate in vita proprio da suo figlio, che, nel frattempo, sta leggendoci alcune delle sue poesie più belle, in dialetto cilentano e in italiano.
Rincuorati da queste tenere immagini, di un figlio che, così pieno d’orgoglio, trasmette ai posteri il lavoro di una vita di un padre che con le sue parole è sempre stato al servizio della sua patria e del suo popolo, ci rechiamo verso quella che è stata l’ultima tappa per questo nostro viaggio nel borgo di Torchiara, ossia il Palazzo Pavone.
Questo edificio più di tutti è legato alla storia del borgo Dianense, in quanto sede del carcere del circondario di Vallo della Lucania e della pretura, quando ancora Torchiara era capoluogo di mandamento del circondario (cfr. par. Torchiara: una breve storia pratica). Palazzo del 1700, appartenne prima ai Pavone e poi ai Mazzella, e divenuto poi istituto di detenzione a partire dagli anni ’20, sino alla fine degli anni ’50. Ora funge da abitazione occasionale per i nuovi padroni, recentemente sottoposto a restauro funzionale e conservativo, almeno negli interni. Il giardinoesterno, invece, risulta piuttosto malmesso, ma ci hanno assicurato che, molto presto, sarà data anche ad esso nuova vita.
Una volta salutato il monumento ai caduti di Torchiara, torniamo alla nostra auto, concludendo così questa deliziosa serata per questo magnifico evento, al quale vi consigliamo caldamente di partecipare per… insomma, per tutti i motivi che vi abbiamo elencato sino ad ora.
Particolare dal monumento ai caduti di Torchiara
Un abbraccio da Gaetano e Teresa di:
40.31949115.055870
84076 Torchiara SA, Italy
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Magnifica Cronaca di una bella serata in un paese meraviglioso. COMPLIMENTI
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Grazie mille, Francesco, dal più profondo del cuore! ❤
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Racconto eccellente di due serate meravigliose nel suggestivo Borgo Torchiarese…
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Ti ringraziamo dal più profondo del cuore, Sara! 😄
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